
L’amore è come un fiume. Quando nasce è soltanto un rigagnolo, un’infatuazione. Ma se trova le sorgenti che lo alimentano in breve si trasforma in un vero e proprio torrente impetuoso che corre verso valle trascinando con se tutto quello che trova. Questa è la fase dell’amore-passione. Una volta giunto a valle il torrente si allarga, rallenta la sua corsa e comincia a depositare i sedimenti che aveva trasportato formando isole fluviali. L’amore-passione comincia a diminuire con la velocità delle acque e inizia l’amore-affetto che invece si allarga come l’alveo del fiume. Adesso il grande fiume ozioso vaga lentamente nella pianura formando ampi meandri che inesorabilmente giorno dopo giorno lo condurranno a sfociare nel mare. L’amore-passione è quasi del tutto scomparso sostituito dall’amore-affetto che si dondola incanalato tra robuste golene. L’amore-passione è quel sentimento che ti fa sentire un buco nello stomaco, i brividi sulla pelle, il sudore nelle mani; che ti fa passare le notti in bianco, le attese frementi, il cuore in gola. Ed è tipico della fase dell’innamoramento e dell’inizio di un rapporto. Ma poi con la convivenza, la quotidianità, le consuetudini, lentamente, giorno dopo giorno, l’amore-passione si affievolisce lasciando il posto (nella migliore delle ipotesi) all’amore-affetto più simile a quello che si ha per i genitori o per i figli. E questo amore può durare anche una intera vita e diventare solido come l’acciaio. Ma la passione, i brividi, l’emozione, il cuore in gola, l’eccitazione, l’ipersensibilità ai profumi, alla musica, alla poesia quelli non li provi più. E senti invece che ne hai bisogno, un bisogno disperato per sentirti rinato, per sentirti vivo. ( anonimo dal web )
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