
[...] La terra non è più mia che per poco, ma i daffodils ancora vi fioriscono e vi fiammeggia il croco. E non è un gioco coglierli da lontano con lo sguardo. Sono nel fuoco, ardo nel centro oscuro: ha qualcosa di me, forse di te. È la speranza che vi soffoca, o è proprio in quella disperata mancanza d’ossigeno, in quella oscura danza della luce il vagito misterioso di chi attende nel taglio dalla madre lo sfaglio inattendibile dell’essere? La storia dell’uomo non ha usanza ulteriore: è l’amore che cresce a distanza dalle ladre abitudini del cuore.
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