
Mattino - Pierluigi Cappello
Ho un acero, fuori casa, e tutto è lontano qualche volta tutto passa nelle cose senza contorno ho un acero misterioso come una città sommersa e guardare diventa le sue foglie, l’ombra premuta metà sulla strada metà nel giardino la luce di ciascun giorno dove le voci si appuntano e si disperdono. Siamo l’acqua versata sulle pietre dei morti sul filo teso tra la preghiera e il canto siamo la neve dentro le cose l’occhio cui tutto allucina, tutto separa e vivere è un minuscolo posto nel mondo dove stare in giardino.
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